Il contratto è il mio miglior amico, ce ne sono molti come lui, ma questo è il mio…

By Pierpaolo Alessio on 21 Novembre 2022 — 2 mins read

Un contratto scritto avvantaggia la parte con meno potere.

Il potere potrebbe essere sotto forma di denaro, accesso a molti avvocati o semplicemente la volontà di mandare tutto a puttane.

Nel momento prima della firma di un contratto, la parte “debole” ha momentaneamente più potere. Questo perché l’altra entità vuole quello che hai. Ma non appena ce l’hanno, è solo il contratto che offre una protezione concreta contro gli eventi futuri.

Gli accordi con una bella stretta di mano sono ottimi quando c’è un’interazione continua e stabile. Finché ogni parte è onorevole, l’altra parte può continuare a fare ciò che ha detto che avrebbe fatto. Ma quando le priorità o i fattori esterni cambiano, un accordo può finire per danneggiare la persona che meno può permetterselo.

Le due cose su cui concentrarsi sono:

Il contratto è abbastanza specifico in modo che non ci siano dubbi su chi dovrebbe fare cosa, anche quando il mondo cambia?

I rimedi nel contratto sono abbastanza chiari in modo che se il contratto non viene onorato, la parte più debole possa ottenere facilmente ed efficacemente un risultato equo?

Questo è il motivo per cui aggiungere una clausola compromissoria informale vincolante a un contratto è un’idea intelligente. Perché ha senso che ci siano lavoratori e altre protezioni nella legge. E perché dobbiamo rafforzare e applaudire i sistemi giudiziari che applicano accordi chiaramente definiti.

Questo è il mio contratto, ce ne sono molti come lui, ma questo è il mio. Il mio contratto è il mio miglior amico, è il mio sostentamento. Devo dominarlo come domino la mia vita.

Il mio contratto senza di me è inutile, senza il mio contratto, io sono inutile. Devo lavorare meglio del mio competitor che tenta di fregarmi il cliente. Devo farlo firmare prima che lui mandi il suo preventivo.

Il mio contratto ed io sappiamo cosa conta in questo progetto, non sono i task che spuntiamo, né il rumore dei feedback, e tanto meno i brief che spargiamo.

Il mio contratto è umano, come me, poiché è la mia vita. Pertanto imparerò i suoi punti deboli, le sue clausole le sue parti, i suoi punti forti, le ore di consuntivo e la precisione del suo oggetto. Lo proteggerò dalle amministrazioni distratte e da ciò che potrebbe danneggiarlo, come farei con le mie gambe, gli occhi ed il cuore. Terrò il mio contratto ordinato e preciso. Diventeremo una cosa sola, lo diventeremo…

Davanti all’INPS giuro su questo credo. Io e il mio contratto siamo i difensori del mio lavoro. Siamo i dominatori dei brief brutti. Siamo i salvatori della mia vita. È così via, finché la vittoria sia del lavoratore e non ci siano più nemici, ma pace.

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Questo è un esercizio di scrittura. Prendo il titolo e la prima frase di un post del blog di Seth Godin e poi scrivo quello che penso sullo stesso argomento, a volte concordo con Seth, a volte no. Chissà se Seth si offenderà, io non credo…